IL TEATRO SPLATTER CITTADINO

«Ammesso che l'onore di essere stata la sede della rivoluzione scientifica possa appartenere di diritto a un singolo luogo, tale onore dovrebbe essere riconosciuto a Padova», scrisse lo storico britannico Herbert Butterfield nel suo Origins of Modern Science. Niente male, no? Chiaramente, all'università di Padova non manca però un dark side. Il lato oscuro della più grande istituzione cittadina del sapere è di certo il teatro anatomico, che poco aveva a che vedere con le recite di fine anno. Infatti questo luogo, tutt'oggi conservato all'interno del Palazzo del Bo, fu appositamente costruito per permettere lo studio dell'anatomia umana direttamente, come dire, sul campo. Ma badate bene che non tutte le città universitarie erano dotate di un posto in cui gli studenti di medicina potessero assistere alla dissezione dei cadaveri, dato anche che tale pratica non era ben vista dalla Chiesa. In effetti, quello di Padova fu il primo teatro anatomico stabile al mondo.

La parola "stabile" è importante perché in precedenza,se si voleva organizzare un'autopsia, si costruivano di volta in volta strutture temporanee con assi e chiodi, che al termine dei corsi venivano smontate. Il teatro fu inaugurato il 16 gennaio 1595 e venne costruito seguendo il progetto del professore di anatomia Gerolamo Fabrici d'Acquapendente. Questo spazio fu poi utilizzato per ben tre secoli, fino a quando l'evoluzione dello studio anatomico non permise di analizzare parti del corpo troppo piccole per essere osservate dai palchi più alti del teatro.

Capirete bene che un posto così non poteva che alimentare dicerie popolari, la più splatter delle quali narra che il tavolo settorio potesse all'occorrenza ribaltarsi, facendo apparire resti animali al posto di quelli umani, che venivano gettati nel canale sotto al Palazzo del Bo. Ora che ho risvegliato la vostra anima macabra devo però svelarvi che questa sarebbe solo una leggenda. In realtà la pratica delle dissezioni non era illegale e a ogni corpo prestato alla scienza era garantita una degna sepoltura. Il tavolo ribaltabile, quindi, non serviva a occultare il cadavere, ma permetteva di comparare gli organi animali a quelli umani.

Ma non preoccupatevi, che qualche storia bizzarra e al tempo stesso verosimile riguardo al teatro anatomico esiste davvero. Ad esempio, pare che durante le autopsie spesso si esibissero dei musicisti per rendere l'atmosfera un poco più allegra e si bruciassero profumi per coprire inevitabili cattivi odori. Inoltre, proprio perché le dissezioni erano del tutto legali, inizialmente era proprio il podestà Marcantonio Contarini a mettere a disposizione i cadaveri dei giustiziati. Presto però questi ultimi divennero una specie rara, in quanto i giudici iniziarono a preferire la galera alla pena di morte, e gli studenti davvero volenterosi dovettero arrangiarsi come potevano. Così cominciarono a presentarsi presso le case dei defunti per prelevare con la forza i cadaveri sotto agli occhi dei cari, creando non poco scompiglio. Oppure, in modo più discreto, andavano a disseppellire i cadaveri nei cimiteri e a fare delle visite non molto disinteressate in ospedale. Diligenti questi studenti, vero? Pensate

che la cronaca narra che nel 1657 nelle aule di medicina uno studente insoddisfatto del voto ricevuto pensò di risolvere il suo problema alla base, facendo fuori il professor Guido Albanese. Probabilmente l'invenzione del diciotto politico avvenne a posteriori.

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TORNA TORNA
tratto da "Misteri e storie insolite di Padova" -Newton Comption editori